Comunicato in riferimento all' articolo apparso Domenica 20.08.06 su Il Secolo XIX Vista la difficile situazione venutasi a creare in Liguria e non solo, desideriamo sottolineare l'assoluta estraneità della nostra associazione. Le famiglie liguri coinvolte in questa storia non appartengono assolutamente alla nostra associazione, Purtroppo questo comunque comporta che anche i ragazzi nostri ospiti, loro malgrado, ne vengano indirettamente coinvolti. Il trattenere in Italia dei bambini bielorussi oltre il periodo del soggiorno previsto nei progetti di accoglienza, è un atto grave, contrario alle regole, alle convenzioni internazionali e allo status dei bambini, che sono e rimangono figli della Bielorussia, e in quanto tali sotto la piena tutela delle autorità bielorusse. I bambini si trovano temporaneamente in Italia con i limiti e gli obblighi sottoscritti dalle Associazioni e di conseguenza anche dalle famiglie ospitanti che aderiscono al progetto. Tutti hanno un regolare visto turistico rilasciato nell'ambito di un programma umanitario, hanno un tutore (la famiglia o il Direttore di istituto) che ha firmato una autorizzazione temporanea all'espatrio, sono presenti gli accompagnatori bielorussi responsabili, nei confronti delle autorità dei loro Paesi, inoltre l'associazione italiana è garante del buon esito del progetto. Continuare ad agire nella trasparenza e nel rispetto delle regole è condizione indispensabile affinché il progetto Chernobyl possa continuare. Azioni unilaterali, disperate, di non rispetto delle regole oltre ad andare contro le decine di migliaia di famiglie che ogni anno accolgono con impegno, sacrifici, coerenza e serietà, non porta nessun risultato per chi compie tali gesti, perché avverrà, comunque, il rimpatrio dei bambini. |
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